top of page
Cerca

Post Nr. 2 - La Presenza ed il Ricordo di sè -

  • Adriano Bacherini
  • 9 dic 2015
  • Tempo di lettura: 3 min

La Presenza ed il ricordo di sé

Abbiamo “intravisto” nel precedente post come siamo nel sonno pur camminando ed essendo “svegli” per l'accezione comune, ho già descritto sommariamente nell'introduzione in capo alla pagina dei post come possiamo rendercene conto soltanto sperimentando che “dormiamo” letteralmente in piedi, approfondiamo questa faccenda della “Presenza a sé stessi”. Gli esercizi proposti nel primo post dimostrano come dormiamo, ma ora proviamo a pensare come una sensazione di sofferenza, per fare un esempio, derivi da dentro noi stessi e non da fuori. Subiamo un lutto, un abbandono, una perdita... siamo in stato di profonda afflizione e sofferenza... se un evento, magari improvviso, distrae la nostra mente concentrata a rimuginare sulla sofferenza, magari guidando evitiamo un incidente all'ultimo secondo, la sofferenza svanisce e riaffiora soltanto passato il pericolo... Interessante direi... allora la sofferenza è dentro noi stessi! La causa esterna che ci causa la sofferenza resta presente ma la sensazione negativa scompare in quanto la mente (produttrice della sensazione stessa) si focalizza su una nuova emergenza dimenticando di colpo la precedente focalizzazione, a noi hanno insegnato che tutto ciò è “NORMALE” ma di normale non ha proprio niente, la normalità in questa Matrix è tenere la mente occupata permanentemente da qualche pensiero che la nutre anche senza alcun costrutto. Le antiche scuole esoteriche, e recentemente Gurdjeff perfettamente inserito in questo solco sacro, hanno spiegato che noi siamo come una casa di campagna dove il padrone non mette piede da anni, cosicchè il personale a servizio composto da cuochi, giardinieri, contadini, fattori etc... è completamente “sbracato” ed ognuno pensa ai fatti suoi senza badare ai propri compiti, la “casa senza padrone” rappresenta la nostra mente. Si decide allora, nell'imminenza del ritorno del padrone, di nominare un maggiordomo che osservi il comportamento dei lavoratori, creiamo quindi un osservatore (meglio un'osservatrice femmina in quanto l'energia femminile è ricettiva) che abbia il solo ed esclusivo compito di osservare ciò che viene fatto da tutti. Osservare significa guardare senza giudicare, se l'osservatrice giudica, ride compiaciuta od altro significa che è un'altra funzione della mente e non il “maggiordomo”. La semplice osservazione mette in condizione i vari lavoranti, per il fatto stesso di essere osservati, in una condizione di iniziare a rimettersi, gradualmente, a svolgere le loro mansioni. In effetti la moderna fisica quantistica dimostra che la semplice osservazione di un evento sia microscopico che macroscopico modifica l'ente osservato. Per cui saremo in grado, piano piano, di modificare le nostre re-azioni fino a trasmutarle alchemicamente in azioni consapevoli, questo è il Potere del Mago! Per addivenire a ciò sono indispensabili diversi passaggi. Il primo può essere quello di osservarsi in determinati momenti della giornata, ad esempio quando ci spogliamo e ci vestiamo, all'inizio sarà utilissimo ripetersi mentalmente mentre compiamo queste azioni “ mi sto togliendo la giacca”, “mi sto togliendo i pantaloni” etc... concentrandosi sull'azione in questione e “sentendo” nel copro fisico come il togliersi o mettersi un cappotto od una maglia provochi sensazioni come l'aumento o la diminuzione del calore, della pressione sulla pelle, dello scivolamento dell'indumento a livello tattile, di odori, di sensazioni. Ci accorgeremo presto che Risulta difficile ricordarsi di restare presenti attivando la maggiordoma in concomitanza di queste azioni 2) Riusciremo a restare presenti solo pochi secondi anche quando ce ne ricordiamo e raramente, all'inizio, riusciremo a svolgere in presenza tutta l'azione. Il Lavoro consiste in questo, ricordarci di esserci scordati di ricordarci... (abituatevi ai paradossi o lasciate subito questo sito, questa è alchimia gente!), così iniziamo a percepire quanto una azione apparentemente semplice sia rifiutata dalla mente che, però, guarda caso, non si scorda MAI di rimembrare il passato e di immaginare un improbabile futuro e non si scorda MAI di preoccuparsi... Ho già detto che l'unico modo per evadere dalla neuroprigione è renderci conto che siamo detenuti, questo è il primo passo del lavoro di consapevolezza, non attacchiamo la mente, lei fa il suo lavoro, il problema è la nostra identificazione con la mente stessa, lei non c'entra fa un lavoro fantastico per la sopravvivenza della macchina biologica, devastante per la felicità Ricordarci di essersi scordati, anche per l'intera giornata, di svolgere questo semplicissimo esercizio ci permette di iniziare a comprendere quanto siamo nel meccanismo infernale della Matrix, e pertanto questo E' il Lavoro... per ora iniziamo da qui. Al prossimo post un abbraccio. Adriano


 
 
 

Commentaires


Post in evidenza
Riprova tra un po'
Quando verranno pubblicati i post, li vedrai qui.
Post recenti
Archivio
Cerca per tag
Seguici
  • Facebook Basic Square
  • Twitter Basic Square
  • Google+ Basic Square
  • Facebook Social Icon
  • Twitter Social Icon
  • Google+ Social Icon
  • YouTube Social  Icon
  • Pinterest Social Icon
bottom of page